Free Bikers o MC?

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Ilgiostraio
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Last seen: 13 anni 1 mese fa
Iscritto: 30/12/2009

FREE o Club .......
tutti comunque rispondo alle sue regole
io rispondo così!

http://www.youtube.com/watch?v=N3kBuBmoLJI

BlackBat
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Last seen: 6 anni 11 mesi fa
Iscritto: 18/4/2007

AlexBiker77 wrote: forse uno FMI no, paghi la tessera ogni anno e te ne puoi fregare se organizzano uscite o no.

dipende che club FMI... :rolleyes:
se fai la tessera della federazione come moto club italia è un conto, ma la tessera di un club FMI è un altro paio di maniche..

Sid75
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Last seen: 11 anni 5 mesi fa
Iscritto: 27/3/2006

AlexBiker77 wrote:

Sid75 wrote:
è il tuo "datore di lavoro" che decide per te.

=) a me ne basta uno, quando sono in moto voglio essere libero, stare in un gruppo è impegnativo, forse uno FMI no, paghi la tessera ogni anno e te ne puoi fregare se organizzano uscite o no.


Ma infatti nulla è obbligatorio ognuno sceglie giustamente la strada che preferisce

AlexBiker77
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Last seen: 14 anni 9 mesi fa
Iscritto: 9/6/2009

BlackBat wrote:

AlexBiker77 wrote:
forse uno FMI no, paghi la tessera ogni anno e te ne puoi fregare se organizzano uscite o no.

dipende che club FMI... :rolleyes:
se fai la tessera della federazione come moto club italia è un conto, ma la tessera di un club FMI è un altro paio di maniche..


Qua in zona ti dico che almeno un paio ne conosco che basta che ti presenti una volta all'anno paghi e hai tessera per gli sconti.

Arcaon
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Last seen: 11 anni 12 mesi fa
Iscritto: 10/2/2006

Andrè le buttamo giù 2 righe sulla storia/terminologia della cosa?? ;)

BlackBat
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Last seen: 6 anni 11 mesi fa
Iscritto: 18/4/2007

AlexBiker77 wrote: Qua in zona ti dico che almeno un paio ne conosco che basta che ti presenti una volta all'anno paghi e hai tessera per gli sconti.

beh nel mio non entri se ti presenti solo una volta l'anno.. ;);) nessuno è obbligato a partecipare.. ma se ti presenti solo ogni morte di papa, mi spieghi perkè uno dovrebbe far parte di un club?
se poi un club per darsi arie deve far numero tirando su di tutto e di più.. beh.. li non so che dire..

Rio_N
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Last seen: 7 anni 5 mesi fa
Iscritto: 23/5/2007

Tbafree wrote: Bestia e Rio_N, ognuno senza i :cool: e non ve lo dico più :P

quello che so sui mc e' che ci sono regole e regolamenti da rispettare giustamente e dei vantaggi
basta conoscerli prima di decidere
per me da quel che so sono troppo vincolanti anche se dipende da mc a mc io preferisco vivere la moto free ma ogniuno decide come vuole ciao

Senza nulla togliere agli mc, di cui frequento e conosco, mi diverto un sacco quando sono con loro ed ho trovato degli ottimi amici, ripeto senza nulla togliere a nessuno, ma personalmente preferisco free tutta la vita, ogniuno di noi fa la sua scelta.......

chiedo immensamente perdono per la mia ignoranza, cercherò di non errare più in questo modo... :):) lamp's

Arcaon
Offline
Last seen: 11 anni 12 mesi fa
Iscritto: 10/2/2006

ecco un articolo che ho ritrovato da un freeway del 2004:

E’ vero: sono i contesti che sembrano più liberi e senza regola a rispettare le proprie leggi con più scrupolo. E senza bisogno di vigili urbani.
Ma quali sono le regole del mondo dei motociclisti?
Provate a fare una domanda del genere ad un raduno, in una birreria di bikers o anche solo in un forum specifico su Internet e le risposte, se ci saranno, saranno velate di sarcasmo, quando non di fastidio e aperta reazione verso chi non conosce questo mondo e vi si avventura ingenuamente.
L’ignoranza non è accettata e spesso si paga: a volte con occhiate truci, molte volte con insulti e talvolta rischiando anche le botte. Del resto il mondo biker, come quasi tutti i microcosmi con origini esclusivamente maschili e più vive di miti, di leggende, di tradizioni alle quali ci si deve avvicinare con rispetto e discrezione.
Quando parlo di regole non mi riferisco al salutino quando si incrocia la BMW alla domenica mattina sulla Serravalle: mi riferisco a riti di appartenenza e iniziazione, a simbologie, a precedenze.
Per esempio, forse non sapete che se un bel giorno vi saltasse in mente di attaccarvi sulla schiena una pezza, di inforcare la moto e portare il vostro culo a qualche raduno … beh, potreste incappare in un bel po’ di problemi.
Ma andiamo con ordine e innanzi tutto vediamo di capire: ciò che si porta sulla schiena, nel mondo MC si chiamano “colori” (o per meglio dire back colors o back patch) e nel caso più tipico, si compongono di quattro diverse pezze: quella curva con il nome del club scritto in alto, il logo simbolo del club al centro e più sotto il nome della città dove quella sezione del club ha sede. Anche se è la più piccola, è molto importante la quarta pezza, che riporta la sigla MC e che significa che quel club non è un’associazione di beneficenza, ma un autentico Motorcycle Club.
Le due pezze curve, superiore ed inferiore, si chiamano top rocker e bottom rocker.
Talvolta si incontrano motociclisti che portano solo la parte inferiore dei back colors: in questo caso si tratta di chi sta facendo il suo periodo di prospecting e cioè che si è affiliato ad un MC da cui sta aspettando l’approvazione per poter diventare effettivo.
Tuttavia le regole non scritte del mondo biker prevedono che se si vuole creare un club di motociclisti dotato di back-colors, sia più che raccomandabile rivolgersi al prioritario club MC presente nella città per ottenerne l’approvazione. E questo, anche se il gruppo candidato non ha nulla a che vedere con gli MC nè come filosofia nè tantomeno come colori.
In effetti, la cosa potrebbe parere ingiusta, specialmente alla luce del fatto che la F.M.I. (Federazione Motociclistica Italiana) consente l’omologazione del proprio Moto Club a qualsiasi gruppo di appassionati motociclisti che ne presenti regolare richiesta con statuto e un minimo di struttura; il tutto senza alcun periodo di prova. Ma tant’è: circolano molte storie e talvolta leggende che parlano di risse ai raduni, finite con le pezze strappate dai gilet e allora forse è bene conoscere quali sono le strade da percorrere per evitare questi problemi.
Oltre agli MC, ci sono anche altre organizzazioni che raggruppano motociclisti e di fatto ne certificano l’esistenza, ma andiamo con ordine: verso la metà degli anni ottanta, la comunità motociclistica italiana soffriva di un crescente malcontento nei confronti della F.M.I. che portava alla nascita di gruppi indipendenti e associazioni, come ad esempio le Giacche Blu d’Italia che all’epoca si distinguevano per un gilè di jeans senza maniche da cui derivava il loro nome.
Le Giacche Blu raggruppavano molti Free Groups e oggi molti gruppi ne fanno ancora parte e ciò contribuisce a garantirne lo standing come gruppo.
Non meno attivo è il Patch Club Lombardia (PCL), un’associazione con simili finalità ma caratterizzato da gruppi con regole meno rigide degli MC e i cui colori, all’inizio, si possono indossare solo sul davanti del gilè.
Ma qual’è lo scopo di queste organizzazioni che ricordano un po’ le associazioni ‘di categoria’: il fine dichiarato è quello di evitare che un gruppo di motociclisti scelga per se un simbolo uguale (o pericolosamente simile) a quello di qualche altro gruppo, creando confusione e spesso liti furibonde, ma esiste anche una sorta di controllo sul comportamento e sull’attività dei gruppi, sempre effettuato dal principale gruppo MC della propria zona.
La procedura per creare un gruppo motociclistico o un MC, è lunga e richiede costanza e pazienza. Bisogna prima di tutto individuare il più vicino gruppo MC e presentare loro il proprio progetto. Di solito si tratta di una sezione locale dei big four e cioè di uno dei quattro grandi MC nati tutti tra gli anni 50 e 60 negli Stati Uniti e oggi presenti in quasi tutte le nazioni europee: Hells Angels dalla California, Outlaws dall’Illinois, Bandidos dal Texas e Pagans dalla East Coast. I primi tre sono presenti in Italia con sezioni più o meno grandi e tra loro non corre buon sangue.
Di solito si inizia frequentarne la club house durante le serate aperte a tutti, aiutando alle loro feste o magari dando una mano quando serve. Contemporaneamente si parteciperà ai raduni e si inizierà poco per volta ad organizzarne alcuni da soli, con il patrocinio dell’MC stesso. Questa che sembra un’inutile trafila fatta di ossequi e di rispetti che ricorda un po’ il nonnismo della naia, è in realtà il passaporto che garantirà una approvazione del nuovo gruppo, e magari potrà risolvere più di un problema al nuovo gruppo quando inizierà a circolare da solo nel gran mare dei raduni e a girare sulle strade con i propri colori.
Saranno, infatti, le strette di mano e le birre condivise con i veterani in quel periodo di prospecting che faranno si che quando qualche attaccabrighe, sfregandosi le mani dopo il quinto Jack Daniels, chiederà ad alta voce chi cavolo sono questi pivelli che si fanno vedere con questo cavolo di colori che puzzano ancora di ricamo sulle spalle, beh, in quel momento ci sarà qualcun altro che gli metterà una mano sulla spalla e con tono che non ammette repliche gli dirà: – Calma amico, sono ragazzi a posto, noi li conosciamo… -

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ecco le istruzioni "canoniche" che un pò tutti sanno.........però vorrei darvi uno spunto di riflessione tramite la storia di un gruppo nostrano nato in italia agli inizi degli anni 80 e insieme a poki altri ancora attivo.......

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Il Gruppo Puffo nasce nel 1981...e subito chiude! L'idea però continuava a piacere e l'allora nucleo del gruppo fondatore decide di riaprire, su altre basi (vedi lo Statuto), cercando come simbolo qualcosa di assolutamente non violento e giocoso. La scelta cade su un Puffo sorridente in moto. La richiesta dell'uso di tale personaggio a Peyo (ci mancherà il suo genio) è stata quasi immediata, come immediata la risposta affermativa, con tanto di dedica autografa.
Il Gruppo si distingue negli anni tra l'84 ed il '90 per l'intensa attività motoradunistica (il mondo biker doveva ancora arrivare con i suoi parties e le sue feste) sia in Italia che all'estero, sopra tutto in Germania, dove si fa il nome di gruppo di gran macina chilometri. Furono anni incredibili, pieni di viaggi anche lunghissimi, di inviti in Belgio, Francia, Germania, Spagna, ovunque in Italia ed Europa.
In quei primi anni c'erano i motociclisti affiliati FMI (federazione) e gli altri. La federazione imponeva l'iscrizione ai propri raduni e l'accettava solo se si era già iscritti alla FMI, negando iscrizione, menzioni e premi a tutti gli altri. Inoltre la federazione allora non promuoveva granché il turismo ma praticamente solo lo sport. Per questi motivi nacquero i gruppi liberi, i free group. Era il periodo in cui i ci si chiamava ancora motociclisti (tutti, federati o indipendenti). Ci si prendeva in giro (come oggi) per il tipo di moto posseduto e si finiva sempre (quasi come oggi) ad una tavolata mangiare e bere.
In quegli anni il Gruppo Puffo era conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo motociclistico europeo (e tramite un nostro associato pure in Egitto). Arrivammo ad essere in 43 e ci si muoveva sempre insieme (anche se mai tutti e 43 contemporaneamente) in amicizia e simpatia.
La diversità nel mondo motociclistico di allora era ben vista, incoraggiata ed apprezzata da tutti.
Ma le cose belle, quelle veramente troppo belle, non durano poi tanto, c’e’ sempre qualcuno che vuole rovinarle per metterci le sue mani.
Dal '92 pochissimi altri gruppi cominciano a dare seri fastidi a tutti gli altri. Come Gruppo Puffo ci scontrammo con realtà completamente diverse dalla nostra filosofia di amicizia e moto già nel 1992 e proseguimmo, ignorando volutamente strane regole imposte (che mai sottoscrivemmo).
Fino al 2000, anno in cui, dopo otto anni di lotte, minacce e denunce, decidemmo di tentare di convivere con queste realtà, cercando di chiarire il nostro punto di vista di "non allineati" e non violenti ma nemmeno nemici di nessuno.
La cosa funzionò per qualche anno, poi nel 2004 fummo attaccati dalla quasi maggioranza dei patch club lombardi, anche da quelli vecchi come noi!, che tra vaneggiamenti del tipo "voi siete appena nati" (dimostrando una conoscenza storica degna di un ravanello andato a male) chiesero molto poco gentilmente (diciamola tutta: minacciarono di violenza fisica) di levarci i nostri simboli. Ovviamente non accettammo, anche se uno di tali gruppi (del pavese, ora non esistono più e noi ci godiamo) iniziò a diffondere la voce che "ci avevano levato i colori", dimostrandosi falsi e vigliacchi al contempo. Un altro, con notevole fantasia, ci proibì persino di transitare per Monza, loro "zona".
Avevamo già chiesto l'anno prima di rientrare nelle Giacche Blu d'Italia (il più grande e vitale "movimento" motociclistico extra FMI mai esistito in Italia) un associazione di gruppi motociclistici che avevamo contribuito a fondare nel lontanissimo 1984 e dalla quale uscimmo nel 1987 per divergenze tra le dirigenze dei Puffi e delle Giacche Blu di allora. Con loro si decise, vuoi per dimostrare le nostre buone intenzioni vuoi anche per dimostrare anche ai più scocchi ed increduli che esistevamo (ma se po’ ffa cosi’?), di consegnare i nostri simboli alle Giacche Blu. E dopo due anni le Giacche Blu ci accettarono di nuovo al loro interno.

Tra alti e (troppi) bassi siamo arrivati al 2010, ancora con voglia solo di fare chilometri per andare a trovare amici, fare festa e conoscere nuove persone, luoghi e culture. Sempre con il nostro spirito goliardico e di amicizia, sempre senza violenza ed arroganza, sempre con un pensiero al nostro ispiratore, il papà dei Puffi Blu, più famosi di noi (e meno male!).

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tanto per dare un'infarinata e dare 2 modi di vedere la cosa un pò diversi
;)

Offline
Last seen: 14 anni 3 mesi fa
Iscritto: 7/7/2008

Sid75 wrote:

AlexBiker77 wrote:
Sid75 wrote:
è il tuo "datore di lavoro" che decide per te.

=) a me ne basta uno, quando sono in moto voglio essere libero, stare in un gruppo è impegnativo, forse uno FMI no, paghi la tessera ogni anno e te ne puoi fregare se organizzano uscite o no.


Ma infatti nulla è obbligatorio ognuno sceglie giustamente la strada che preferisce

vorrei aggiungere solo che da una cosuccia.........

Low, tu dici testualmente che noi hobbisti non organizziamo eventi, quindi custommania che non e' un CLUB cosa fa'? tu dici che noi hobbisti giriamo solo in uno o due.......e se vedi gli incontri del: tingavert, custommania, animaguzzista ecc.....ecc..... cosa rispondi? oltretutto, un professionista per partecipare ad un raduno DEVE chiedere l'autorizzazione al proprio MC giusto????

scusa low ma sentirmi dare dell hobbista da uno solo perche' ha una toppa sulla schiena e magari fa' l'avvocato e de motori non capisce un cazzo e avra' 100 km sulle spalle me da' un cittino NOIA!

AlexBiker77
Offline
Last seen: 14 anni 9 mesi fa
Iscritto: 9/6/2009

BlackBat wrote: ma se ti presenti solo ogni morte di papa, mi spieghi perkè uno dovrebbe far parte di un club?

Hai ragione però succede!

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