On the road with Dulcinea - Estate 2010

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Premessa

Con 28 anni, 116 chili sulle spalle e solo 2 collane, la mia prima estate con Dulcinea si è concretizzata su un percorso di quasi 3.000 km in circa 10 giorni. Un percorso tracciato senza alcuna mappa alla mano, ma di volta in volta passando da campeggi trovati lungo la strada e amiche sparse in giro per l'Italia.

I. Giorno primo

Con partenza da Milano, vagabondo da Vigevano ad Alessandria, da Alessandria a Genova, da Genova a un campeggio non lontano da La Spezia. Tutto, ovviamente, lontano da ogni genere di autostrada, ove il bello della vacanza non è la destinazione ma il viaggio.
Sosta per mangiare fra le montagne, da Nonna Clotilde: locale praticamente deserto ma pranzo tutto sommato gradevole, con la compagnia di qualche gatto curioso.

Sosta serale sulle montagne, al Camping Bracchetto Vetta: non un cinque stelle, ma più che adeguato per montare la tenda e restare lì una notte a riprendersi dai primi 300 km di viaggio.

II. Giorno secondo

Ripartendo da La Spezia, e diretto a Livorno da un'amica, il secondo giorno di viaggio prevedo il proseguo di un lungo percorso sulla litoranea, già iniziato il giorno prima in Liguria.
Un piccolo inconveniente sopra La Spezia, mi coglie temporaneamente smarrito nell'aver preso una strada senza uscita e nell'essermi (idiota) inerpicato su una mulattiera ricoperta di sassi. Ancora oggi mi domando come sia riuscito a tirarmene fuori. Nonostante un ottimo paesaggio...

Salutata La Spezia e passato oltre Carrara e Massa, una capatina a Viareggio è d'obbligo per salutare un'altra amica e, intanto, per sbirciare i carri dell'anno prima.

Seguire la costa è veramente magnifico. Passo a fianco di stabilimenti balneari gremiti di gente, bambini urlanti, giovani in amore. A me, in quel momento, interessa solo la strada. E seguendo la strada, capito a Torre del Lago Puccini, dove mi fermo a pranzare con un paio di panini sul lago. L'accoglienza dei toscani è ottima (senza nulla voler togliere ai liguri).

Passando da Pisa, decido di ritardare l'arrivo a Livorno gettando un occhio a Lucca. E il paesaggio che mi circonda, lungo la strada fra i due capoluoghi toscani, è semplicemente meraviglioso...

Giunto a Lucca, gironzolo con la moto dentro la città, nelle poche vie aperte al traffico, non potendomi permettere una sosta, dati i bagagli a presso. Ragione per la quale, dopo poco, riprendo verso Livorno.
Morale della favola? Altri 250 km. Metro più, metro meno.

III. Giorno terzo

La sosta provvidenziale a Livorno mi risparmia una grandinata (!!!), nel corso della quale  corro, quasi in mutande, a proteggere con l'ombrello a proteggere la mia Dulcinea.
Da Livorno riparto per Cecina, e da lì per Volterra. Perché? Non c'è un perché: leggo un cartello stradale e mi indirizzo verso una nuova meta solo "a naso". E l'entroterra toscano è, ancora una volta, a dir poco affascinante...

A Volterra stessi problemi di Lucca: rimango fuori dalla città, vicino ad altre moto, a osservare il panorama, sotto l'ombra di un alberello solitario.

Passando nei parcheggi di Siena, mi dirigo verso Grosseto, fermandomi lungo la strada per un panino con la porchetta innanzi a un altro incredibile paesaggio.

Per inciso: adoro la porchetta. Sono cresciuto a pane e porchetta. Ma la porchetta vera, non quella specie di prosciutto che spacciano per porchetta al nord.
E dopo la porchetta, la sosta è presso il Club degli Amici del Camping, a Pescia Romana, per un po' di meritato riposo dopo altri 250 km. Circa.

IV. Giorno quarto

Lasciando tenda, e borse, al Club degli Amici del Camping, sono ripartito verso Roma, per visitare la capitale e trovare un paio di amiche.
Passando per Civitavecchia, e sempre abortendo l'idea di una qualche autostrada, arrivo a destinazione prima delle 11.
Grandi giri per il centro...

... e alle 18, ripartenza per tornare in campeggio. Non senza un momento di smarrimento nel Grande Raccordo Anulare, come è giusto che sia.
Strada percorsa: 350 km... e qualcosina di più!

V. Giorno quinto

Un giro per Pescia Romana mi permette di impadronirmi di un paio dei famosi panini alla porchetta di Scipione il porcaro.

(chiedo scusa per la risoluzione "cellulare" di questa foto, ma non potevo ometterla)
Gente... se passate da quelle parti (Pescia Romana, Capalbio & co.) non rinunciate assolutamente a questa prelibatezza.
Armato così di tutto punto, smonto le tende e lascio il campeggio, diretto verso Fojano della Chiana, dove mi aspetta un'altra amica. Prima di arrivarci, ovviamente, vagabondo un po', finendo per scofanarmi i panini in un'area di sosta subito dopo  aver passato in alto ponte sul nulla.

Nel pomeriggio arrivo all'Agriturismo Menchetti, dove godo di un'accoglienza degna di un re. Guai a non tornarci!

Una serata con amici mi permette di rilassarmi, dopo gli altri 200 km percorsi in giornata.

VI. Giorno sesto

Un po' stanco per tutti i grandi giri compiuti, lascio Fojano diretto a Castiglione del Lago, sul Trasimeno, dove individuo un campeggio che mi potrà ospitare: il Campeggio Listro, con vista su lago.
Lì giunto solo dopo una trentina di chilometri, decido di stendermi sulla spiaggia come una lucertola, e lì restare a dormire e ascoltare musica fino a sera.
A sera, prima ancora di rendermi conto degli effetti di una pessima insolazione, faccio un giro al borgo medioevale, che ha il suo perché.

Poi, dentro la tenda a contorcermi per la febbre, sottraendo bottiglie ghiacciate al bar del campeggio per cercare di abbassare la temperatura interna.

VII. Giorno settimo

Più che appagato dalla giornata di cottura al sole, decido di spendere il mio tempo in modo migliore. Lascio tenda e borse a Castiglione e parto verso Perugia. Attenti, lungo quella strada, a un dannato rilevatore di velocità subito dopo l'uscita da un tunnel. Per fortuna, anche non conoscendolo, riesco a evitarlo.
Così arrivo a Perugia, e lascio la moto parcheggiata con delle sue amiche per girare un po' la città a piedi...

(notare il rossore da gambero cotto)
... e la giro così tanto che alla fine i piedi mi fanno male e torno indietro, non senza un bel giretto lungolago che, la mattina, non mi sono concesso.
Totale della giornata: 100 km del tutto dignitosi. Con acquazzone tropicale annesso, che mi vede arrivare in tenda con un lago fra la sella e le mie gambe che mi tiene gli attributi al fresco!

VIII. Giorno ottavo

Galvanizzato dall'esperienza di Perugia, voglio fare il bis con Assisi. Così, alle dieci di mattina sono già davanti alla Porziuncola...

(e il rossore ha iniziato a trasformarsi in abbronzatura)
Da Santa Maria degli Angeli all'Eremo delle Carceri, dove sono costretto a risalire un pezzo a piedi non trovando posto per parcheggiare davanti all'ingresso. La quantità di preservativi individuata in zona posteggio rende chiaro come i pellegrinaggi, lassù, non siano solo rivolti al sacro.

E, infine, poco prima dell'ora di pranzo eccomi a Santa Chiara, alle porte di Assisi, giusto in tempo per vedere sfilare i sommi vertici della città, dal momento in cui il giorno era proprio quello della festività della patrona.
A pranzo assaggio per la prima volta la famigerata torta al testo, letta su millemila cartelli e ancora ignorata nella propria effettiva composizione: pollice alto!

Ancora distrutto, rientro in campeggio con un totale di altri 200 km.

IX. Giorno nono

Dopo Assisi, decido di fare una doppietta: mattino a Gubbio, pomeriggio ad Arezzo.
Alle dieci vivo una simpatica scenetta con una bella vigilessa nella città del lupo, imboccando involontariamente contromano una strada a doppio senso di marcia attaccata a una rotonda. Fortunatamente, non mi punisce, permettendomi di parcheggiare accanto ad altre moto senza multe.

Scoprire che a Gubbio esistono degli splendidi ascensori gratuiti è la notizia migliore che mi sarebbe potuta essere offerta. Il giro per la città vecchia (che merita veramente) è decisamente piacevole in questo modo.

(peccato che la fontana fosse in restauro. Mi sarebbe proprio piaciuta la patente di matto!)
Ripartito per Arezzo, sempre in grazia a provinciali e statali, arrivo in una città che neppure conoscevo, parcheggiando sempre accanto ad altre moto e inerpicandomi alla cieca lungo la via più bella della città, sino alla sua meravigliosa piazza.

Un saluto alla chimera e ritorno al campeggio, ottenendo circa 300 km di giro totale. Un bel triangolino tracciato sulla mappa.

X. Giorno decimo

Per quanto abbia apprezzato il Campeggio Listro, smonto la tenda e carico nuovamente la moto, deciso a riprendere il mio cammino.
Così, eccomi dirigermi verso sud per poter assistere allo spettacolo della Cascata delle Marmore, tanto da sopra, quanto da sotto...

... e via, verso Rieti (involontariamente) e poi Viterbo, Tuscania e, nuovamente Pescia Romana, dove dopo altri 300 km puliti puliti, giungendo ancora una volta al Club degli Amici del Camping per riflettere sui miei giri successivi.
Il tempo rimasto, dopotutto, non è tantissimo...

XI. Giorno undicesimo

Saltato un appuntamento con un'amica motorizzata di Imola, insieme alla quale, e al marito della quale, avrei dovuto gironzolare nella Romagna, decido di risalire verso Livorno, facendo di nuovo tappa a casa della mia amica locale.
Lungo la strada, tappa mangereccia a Follonica (a bordo strada) e poi giretto a Montenero, giusto per testare un altro po' di curve.
Arrivato a Livorno, posso vantare ancora 300 km puliti alle spalle.

XII. Giorno dodicesimo

Persa la Romagna, mi consolo con un ritorno a Lucca, solo sfiorata ma non visitata durante l'andata.
Forse in conseguenza di tutto quello che ho già visto, o forse in conseguenza a eccessive aspettative (da parte di tutti coloro che erano già stati a Lucca fra i miei amici), resto un po' deluso dalla città delle cento chiese.

Comunque aggiungo altri 100 km al conteggio finale, che male non fa.

XIII. Giorno tredicesimo

Per l'ultimo giorno (folle), mi sono voluto tenere il passo della Cisa. Ancora una volta affrontato in netto rifiuto a ogni autostrada.
Non lo nego... è dura! E' molto dura!
Tante curve, troppi tornanti, che per la mia Dulcinea diventano faticosi da affrontare causa carenza di spazio.
Ma alla fine ce la faccio. E conquisto la vetta!

(ancora risoluzione "cellulare"... sorry!)
Da lì la strada non è semplice, ma la discesa aiuta sicuramente.
E Parma è dietro l'angolo. E la via Emilia pure!
E con un ultimo sforzo di 350 km arrivo a casa, a Milano... con la moto ormai in condizioni pietose, tanto lo sporco accumulatosi.


Ma la soddisfazione è tanta.
E la voglia di ripartire al più presto pure!

Conclusione

In conclusione?
Al termine del viaggio, come anticipato, la mia moto poteva conteggiare 3.000 km in più. Metro più. Metro meno.
A parte una curva presa estremamente male, con conseguente scontro con uno spartitraffico (senza però cadute o altro), non vi sono stati inconvenienti di sorta. Malgrado salite estremamente ripide, sassi, grandine, pioggia e quant'altro.
Personalmente, in quel viaggio guadagnai una collana in più. E iniziai a perdere 15 chili... che male non fa!
E se anche ora sono più vecchio di 2 anni, più leggero di 40 chili, e qualche catena e anello in più ad addobbarmi, non vedo l'ora di ripartire il prossimo agosto (così come lo scorso... ma questa è un'altra storia)!

Spero che questa cronaca possa incuriosire qualcuno a visitare uno fra i tanti posti che ho girato. O, comunque, a partire senza meta per una vacanza... "avventurosa"!