Per una volta Torino non è solo "tristi notizie" ...

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Matagnaus
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Per una volta Torino non è solo "tristi notizie" ...

Presentato il rapporto annuale di Legambiente sulle politiche urbane per i minori
In classifica, alle spalle del capoluogo piemontese, Ravenna Roma e Modena

Città a misura dei piccoli il primato rimane a Torino

Ma il quadro generale è negativo: "Manca attenzione al ruolo dei piccoli, da anni si fa molto poco"

ROMA - Tante conferme, nel bene e soprattutto nel male. "Ecosistema bambino 2008", l'annuale rapporto di Legambiente sulla vivibilità delle città dal punto di vista dei più piccoli, fotografa una realtà pressochè identica a quella con molte ombre e poche luci fissata nel dossier dello scorso anno.

In testa alla classifica si conferma Torino, prima anche nel 2007, seguita a breve distanza da Ravenna, Roma e Modena. Un quartetto che si mostra più sensibile di altri centri alle esigenze dell'infanzia, ma che non brilla certo in assoluto. Una città ideale per i piccoli, hanno spiegato nel corso della conferenza stampa di presentazione il direttore generale di Legambiente, Rossella Muroni, e il responsabile nazionale del settore Ragazzi, Luciano Ventura, in realtà non esiste. "Forse bisognerebbe inventarla - hanno osservato - Oppure farla inventare direttamente ai più piccoli, visto che gli adulti hanno dimostrato di non essere in grado, o quantomeno di essere distratti da altre faccende".

Lo studio prende in esame una serie di parametri indicatori dell'attenzione al benessere dei minori. Si va dagli strumenti di coinvolgimento messi in campo dalle amministrazioni (consulte giovanili, consigli comunali dei ragazzi, incontri e occasioni di confronto con le istituzioni), alle forme di partecipazione (azioni di adozione del territorio, progettazione partecipata).

Dalla presenza e il funzionamento di strutture e uffici dedicati ai giovani, alla quantità e qualità dell'offerta culturale (musei, aree riservate, eventi, teatri, ludoteche, biblioteche), passando per le iniziative di promozione culturale e sociale ad hoc per i più piccoli, come la pubblicazione di riviste per ragazzi e di manuali educativi, oppure di feste, rassegne cinematografiche, soggiorni in città e fuori città, corsi e laboratori.

In base a questi indicatori, hanno sottolineato ancora Muroni e Ventura, "la città a misura di bambino sarebbe in Emilia Romagna, perché è la regione che ha saputo più di tutte coordinare i servizi con gli strumenti di partecipazione, ma avrebbe gli uffici a Torino. Le attività - hanno aggiunto - si svolgerebbero a Roma e infine le energie per affrontare il lavoro con il contributo dei più piccoli sarebbero in Sicilia, per la precisione a Caltanissetta, dove il Comune ha deciso di avviare un interessante percorso partecipato di educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva".

Così, entrando nel dettaglio dei fattori che hanno determinato la classifica finale, si scopre che Torino vince per aver dimostrato di essere dotata di uffici comunali competenti, capaci di dare continuità ai progetti rivolti ai ragazzi nel corso del tempo nonostante i cambi di giunta. In particolare il rapporto giudica interessante l'esperienza del laboratorio "Città sostenibile", un organismo che vede coinvolti più assessorati per promuovere qualità della vita urbana e partecipazione dei bambini.

Ravenna si conferma invece la migliore tra le città di una regione, l'Emilia Romagna, tradizionalmente attenta alle politiche sociali e quindi anche a quelle dedicate ai più giovani, Roma primeggia per la ricca offerta di stimoli e iniziative culturali, per i tanti progetti, in periferia e in centro città, dentro e fuori dalla scuola. Modena, infine, viene premiata per l'ampiezza di iniziative e la continuità dell'impegno a favore dei bambini dimostrata negli ultimi dieci anni.

Pochi lampi di eccellenza in un panorama tutto sommato poco stimolante che nell'ultimo decennio, ovvero da quando è partita la ricerca di Legambiente, risulta sostanzialmente statico. "Oggi - ha concluso Rossella Muroni - tv e giornali parlano di bambini solo quando accadono fatti violenti, a scuola, in famiglia o per la strada. Fatti quasi sempre subiti, vissuti da vittime. Manca quasi del tutto l'attenzione al ruolo attivo che possono esercitare nella società, alla loro capacità di essere i primi suggeritori nelle scelte a loro destinate. Da molti anni purtroppo non si vedono esperienze interessanti. Occorre che le città italiane, e i loro sindaci in prima fila, siano dunque protagoniste di una riscossa culturale che metta al centro le generazioni più giovani, puntando su loro coinvolgimento e sulla loro partecipazione".

Fonte: (http://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/ambiente/citta-bambini/citta-ba...)

NEGRIERO
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Bene bello leggere ste notizie grazie Mata

Negher