Stili di CUSTOMIZZAZIONE

Schede primarie

VALERIOPANZER:
Bobber è un pò lo stile delle moto della seconda guerra mondiale:

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Spesso il limite non è preciso: no al parafango anteriore, sì ai cerchi pieni, colori opachi, scarichi e motore neri, pochi fronzoli, monosella (magari tipo Graziella, coi molloni)...

Poi ci potrebbe essere un custom CafèRacer tipo questo Marauder: puntale, cupolino, scarichi...un pò più aggressivo (tipo l'HD CafèRacer degli anni '70)..uno stile un pò ibrido (vedi inizio film: Black Rain con M. Douglas!!!)

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Poi ci sono le Indian-Style: prafanghi ampi davanti e dietro...fari aggiuntivi, pedane e cromature in quantità, come questa splendida Yamaha Roadstar

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o l'originale:

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IL Fatboy è universalmente Harley!!!
così recita Il SALMO:
"Nata nel 1990 come serie speciale in edizione limitata, è ben presto diventata un oggetto di culto, al pari di altri modelli storici della gamma, come la Electra Glide o la Sturgis, per citare i più noti.
Un nome, un programma…
Il nome scelto, che in italiano si traduce in “ragazzo grasso”, o più amichevolmente in “Ciccio”, è chiaramente riferito all’aspetto massiccio di questa Harley Davidson, caratterizzata tra l’altro dalla presenza di cerchi pieni, privi di razze, che la rendono immediatamente riconoscibile. In realtà avrebbe dovuto chiamarsi Silver Ghost, “fantasma grigio”, un altro simpatico nickname riferito alla colorazione della prima edizione, ma in fase di industrializzazione fu scelta la denominazione attuale.
Una preferenza che ha suscitato qualche polemica, poiché il nomignolo appariva come la contrazione di quelli usati per identificare le due bombe atomiche sganciate sul Giappone al termine della Seconda Guerra Mondiale: Fat Man e Little Boy. Un riferimento che la Casa smentì categoricamente, al punto che oggi la sola Fat Boy conosciuta è quella a due ruote.

Una moto audacemente tradizionale
A suscitare il sospetto fu un primo luogo l’obiettivo dichiarato di costruire una moto audace, dalle proporzioni esagerate, ma sempre fedele al DNA Harley Davidson, per contrastare l’avanzata di moto giapponesi ispirate al mito made in USA con prezzi d’assalto. Un’operazione riuscita, grazie anche al contributo del grande schermo, visto che questa moto è stata protagonista con Arnold Shwarzenegger nel film Terminator II..."

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Se ne trovano di bellissime (ed ottima base per un bobber) nella Motogallery; mi ricordo quella personale di Carlo Talamo: verde militare, scarichi fishtail, faro oscurato antiaereo, motore pompato, niente parafango anteriore e posteriore che toccava terra...incredibile!!!
Poi c'è lo stile alla Tedesca:
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Le "Special" sono moto, di solito, presentate nelle fiere e nelle mostre a tema (o nella sezione motogallery): di solito sono difficilmente utilizzabili (ed omologabili) su strada (lo so che scateno un polverone!!): le vedi e dici: "...sì sì, bellissime, splendide..ma poi?"

Eccoti la più bella dell'ultimo Bike Expò di Padova:

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Le cruiser sono moto originali arricchite da optional per renderle comode moto da viaggio!!!
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GUNSLINGER:
Ci sono, comunque, tanti stili di customizzazione quanti customizzatori ci sono, per fortuna!
Pero' e' vero che si possono riconoscere diverse categorie principali.
All'inizio fu il bobber.
L'ampia disponibilita' di moto militari porto' gli appassionati americani ad avere a disposizione una gran quantita' di mezzi a prezzo molto basso. Con la tecnologia dell'epoca, non e' che ci fosse molto da fare, per migliorare le prestazioni, se non alleggerire il mezzo. Ed e' quello che fecero. To "bob" significa "accorciare". I parafanghi venivano ridotti al minimo, se non eliminati tout court, tutto quel che non era assolutamente indispensabile a far muovere la moto veniva rimosso.
Queste moto avevano una geometria di forcella e telaio standard, ed erano completamente "nude" e ridotte all'osso.
In seguito venne il chopper. Chop significa tagliare, troncare. In queste moto il telaio veniva, appunto, tagliato, per modificarne la geometria, particolarmente per quanto concerne l'inclinazione del cannotto, che veniva aumentata.
Questo produceva un incremento dell'interasse e un aumento drastico dell'avancorsa, permettendo di ottenere moto piu' stabili alle alte velocita' (di nuovo, all'epoca la tecnologia delle sospensioni era quel che era, e la sospensione piu' che altro serviva a mantenere tutte le vertebre e le otturazioni del motociclista al loro posto sulle accidentate strade americane).
Nel tempo il chopper divenne un mito e si produssero innumerevoli variazioni sul tema.
Il chopper poi non va confuso con la custom, una moto costruita su un telaio originale, spesso con forte inclinazione del cannotto, su specifiche del cliente o secondo i gusti del costruttore.
Un chopper, per essere un chopper, deve avere un telaio originale che sia stato tagliato, saldato e modificato per ottenere qualsivoglia risultato si avesse in mente.
Secondo alcuni puristi, poi dev'essere privo di freno anteriore (if it has a brake, it's a fake) ma si potrebbe discuterne.

All'interno del discorso chopper si individuano due scuole principali: la scuola moderna, e la cosiddetta "old school".
Old school e' tutto cio' che si rifa' al concetto originale di chopper degli anni '60 e '70: moto costruite con strumenti poveri, per migliorare con poca spesa le prestazioni, semplici, tradizionali, leggere e molto "nude".
L'esempio piu' eclatante di Old School sono probabilmente i chopper del compianto Indian Larry.
La scuola moderna invece prevede moto con linee anche molto moderne, se non addirittura futuristiche. Arlen Ness e' spesso considerato il padre della new school.

All'interno di ciascuna scuola si distinguono poi stili particolari.
L'industriale, che presenta moto moderne con le parti meccaniche, particolarmente tubi e cavi, a vista, spesso con verniciature opache nei toni del grigio e del nero, con pochissime cromature, spesso viranti nello stile "post catastrofe".
La scuola tedesca, che spesso vira sull'industrial, ma che presenta anche chopper o custom tipicamente privi di cromature e con aspetto molto "freddo".
Marcus Walz puo' essere ritenuto un esempio tipico di scuola tedesca.
Altro stile e' il gotico, con borchie appuntite, predominio dei colori nero e argento e sobria presenza di cromature, e un aspetto, appunto, gotico e dark della moto.
Altro stile molto classico e' quello che alcuni chiamano "Pinball" (flipper in inglese) che ha colori chiari, spesso con base bianca, uniti a colori molto vivaci e una quantita' enorme di cromature, e che richiama appunto lo stile abbagliante e lucido dei flipper dell'epoca.
Ci sono molti altri stili, ma alla fine, appunto, ciascun costruttore ha il suo.

Ringrazio:
Valeriopanzer & Gunslinger
per avermi fornito delle spiegazioni fantastiche e dettagliate sui vari stili!!!
spero che questo articolo illumini tutti voi!!!

                                                                                                   Lupogno